NAMIBIA bagnata NAMIBIA fortunata: Cupido

“NAMIBIA bagnata NAMIBIA fortunata” è il mio diario di viaggio in Namibia, splendida nazione africana. E’ un omaggio alla fortuna che ho avuto nell’esserci stato, un omaggio all’incontro con i Bushmen, con la cultura dei nativi, al campeggio avventuroso e silenzioso, alle Erongo Montains, al Roy’s camp e tanto altro.

 La Namibia è bellissima, con una natura selvaggia che “parla”, La mia penna riempie il quaderno Remember che ho con me, scorre come un fiume in piena esattamente come i fiumi namibiani in quel periodo dell’anno, il periodo delle pioggie. E’ la stagione dove la natura, animata dall’acqua, esplode in tutta la sua meraviglia e potenza, tutto è nel pieno dell’attività compresi i temporali che in alcuni momenti sono violentissimi.

Sono partito per un viaggio-studio dove impostare il progetto di Team Coaching UTREE Travel Featuring Workshop in collaborazione con Gianluca Massalini e la sua società Bush Culture Experience. Ne sono nati un’esperienza unica e un diario personale, giorno dopo giorno. Un diario fatto di appunti, spunti, considerazioni, aneddoti, riflessioni che solo un posto così incantato può stimolare. Apprendimenti straordinari.

 

 

Pubblicherò nel blog alcune pagine, alcuni passaggi di questo viaggio spettacolare per condividere sensazioni, immagini, avventure, suoni e tutto ciò che ho raccolto in questo posto dove fantasia e cuore si possono infiammare.

Il blog di oggi racconta come avviene l’atto di fidanzamento nella cultura Bushmen, il protagonista è  !Unda alle prese con il rituale della seduzione. La ! davanti al nome non è un errore di battitura, si scrive proprio in questo modo, il ! specifica un suono particolare che va fatto prima di pronunciare, una specie di schiocco di lingua, “stock!”. !Unda è uno dei più giovani componenti della tribù con cui ho convissuto per 3 giorni, parla inglese, è andato a scuola ed è prossimo al matrimonio.

 

Tratto dal diario 8 Febbraio 2011 – Bushmenland : ” Al punto di ritrovo c’è come sempre il fuoco acceso, le donne sono riunite in un cerchio così come il gruppo di uomini intorno al fuoco, i due gruppi sono separati. Adesso ci mostrano come si può accendere il fuoco con due legnetti e della paglia, semplicemente strofinando… Tutte le attività dei Bushmen si svolgono all’interno di una logica dinamica sociale, la vita è regolata da abitudini e ritualità consolidate, sono organizzati perché la socialità è parte predominante della loro giornata. Le tradizioni sono sempre rispettate, sono radicate come le radici del Manghetti Tree, l’albero sacro.  Le donne stanno spesso in gruppo di sole donne e in cerchio, parlano liberamente e ridono moltissimo, non riesco a capire di cosa conversano, ridono, ridono, giocano con i bambini e contemporaneamente lavorano costruendo manufatti di bigiotteria originalissimi, bracciali, collane, borsette. Sono allegre ma non caciarone, il tono è basso e delicato, il clima generale è rilassato ed ordinato, alzano il volume solo quando ridono, avviene spesso ma è un piacere sentirle ridere. Il silenzio generale è mixato con speciali manifestazioni di allegria che rendono tutto molto particolarmente gioioso e in perfetta armonia con tutto cio che ci circonda. Le regole sociali servono per mantenere e rispettare una sorta di connessione globale che si sente, si tocca con mano.

 

Il fuoco è sorgente di vita, energia, ed è sempre acceso, tutto il giorno. Il fuoco unisce, concepisce emozioni, connette a questo mondo dove tutto è caldo, anche nel periodo delle grandi piogge. In questo tipico contesto di vita sociale bushmena noto una bella scenetta, un dialogo a distanza tra !Unda, un giovane all’interno del gruppo degli uomini, e una ragazza inserita nel gruppo delle donne, si parlano pianissimo ma si capiscono perfettamente nonostante siano in gruppi separati dove i presenti contemporaneamente parlano tra loro. I due sono concentratissimi uno sull’altro, si mandano sguardi, occhiate, gesti, c’è dolcezza nella loro energia comunicativa, provano a parlarsi, lo fanno quasi sottovoce ma riescono a comprendersi, la loro comunicazione non verbale è maestria pura, si leggono reciprocamente i movimenti facciali, è un grande momento di comunicazione raffinata, direi avanzata, sono affascinato, è un momento di dolce corteggiamento. La comunicazione diventa efficace quando c’e ascolto attivo, attenzione ad ogni particolare, quello che c’e attorno non influisce perché prevale la concentrazione.

 

Unda si accorge che li sto osservando, si avvicina e mi confida che il matrimonio è imminente, è innamorato di questa ragazza, è amore puro. Gianluca mi spiega subito che nella cultura Bushmen quando un uomo vuole chiedere la mano di una donna deve seguire un rito preciso. Sono curiosissimo.

 

Si usa un piccolo archetto ( nella foto l’originale che mi sono portato in Italia), grande poco più di un palmo di mano e una piccola freccetta a punta metallica, tutto piccolo ma vero e funzionante! L’uomo diventa Cupido e colpisce la donna desiderata con una freccetta che, una volta estratta, deve essere mostrata ai suoi genitori. La famiglia della ragazza, riconoscendo il possessore, può approvare o no la richiesta di matrimonio. In caso affermativo si procede fino alle nozze, spesso è tutto già deciso ma la conclusione è sancita dalla procedura rituale. E’ un insieme di gesti che richiamano la mitologia di Cupido, qui però è tutto vero! E’ considerato un gesto di grande amore. !Unda a Giugno si sposerà, mi indica la sua donna anche se io so già chi potrebbe essere, una dolcissima ragazza ben inserita nelle dinamiche del gruppo. Gianluca Massalini sottolinea ancora divertito come avviene un fidanzamento, la SEDUZIONE rituale, la conquista amorosa.

E’ curioso notare come si ritrovano puntualmente delle similitudini anche tra culture popolari separate da oceani e millenni. Cupido, le occhiate magiche, la richiesta della mano, il Pifferaio, Il Flauto magico, la “fuitina”, la serenata cantata e suonata, il fischio, lo striscio, occhiate, e via tante altre forme di seduzione unite da un filo rosso al limite tra a miti e leggende. Mentre ci penso sorrido, ogni mondo è paese ma la seduzione raffinata ha caratteristiche universali.

 

La ritualità Bushmen si può collegare alle nostre tradizioni popolari quando era la familgia ad accettare il pretendente, così come la parte comunicativa, gli sguardi di seduzione, il non verbale pieno di energie. E’ bello capire quello cha avviene nelle diverse culture e trovare punti di congiunzione, ritualità, mitologia, tradizione, rispetto, sguardi, comunicazione verbale, comunicazione non verbale, cupido, accettazione familiare, ritualità rigida ma veloce, quante cose si ritrovano.

 

Mi tornano in mente le tradizioni dei nativi americani, i Lakota Sioux, di cui ho letto e conosciuto le gesta attraverso libri e viaggi americani. I nativi Lakota Sioux hanno una tradizione seduttoria spettacolare, c’è di tutto, dalle pozioni magiche ai riti fino alle fughe di coppia. Corna di Alce, animale considerato brutto ma simbolo di virilità e potenza sessuale, venivano tritate per creare una pozione magica, costosissima al mercato interno alla tribù, che rendeva l’uomo irresistibilmente attraente. Sempre dall’alce gli sciamani Lakota creavano un flauto d’amore, il mezzo di seduzione più costoso perchè infallibile, la leggenda narra la prova di infallibilità dello strumento quando una donna, pur tappandosi completamente le orecchie perchè non desiderava l’uomo che cercava di sedurla, cascò comunque tra le braccia e fu sposata da un Lakota flautista. Esistevano anche metodi più d’attacco, come seguire la donna quando si recava in gruppo al fiume per candeggiare i panni ed alzarle il lembo della sottana per richiedere l’attenzione, oppure lanciarle sassolini addosso mentre era intenta al lavaggio. Se la donna avesse accettato avrebbe passeggiato rallentando il passo fianco a fianco con l’uomo nella via di ritorno, mentre nel caso contrario lo avrebbe ignorato e tutto sarebbe finito lì, senza risentimenti. Il metodo più spettacolare era quello della coperta, ripreso in tanti film western, dove l’uomo al tramonto si metteva in fila davanti al Tipì – la tenda – della famiglia di lei per chiedere il permesso di avvolgerla nella coperta e conversare seduti durante la notte. La lunghezza della fila di uomini davanti al Tipì era la prova inconfutabile della popolarità della donna desiderata.

Lucio_Zanca_Namibia_paesaggio Sono contento. Quello che sto vivendo qui in Namibia, nella Bushmenland, è emozionante, mi sento in collegamento con il mondo, questo silenzio che avvolge il Bush, la foresta dove stiamo campeggiando,  mi permette riflessioni e viaggi liberi nella memoria, negli interessi, nella curiosità. Qui tutto si accende, tutto è sentimento puro, collegamento con me stesso, con gli altri presenti e con il tutto. Sento che sto facendo un’altra esperienza importante che mi permette di apprendere e riprendere concetti che saranno molto utili nella normale quotidianità e nel lavoro. Qui tutto è semplicemente chiaro, facile da capire, la connessione è totale.