Benvenuta, benvenuto!
Stai curiosando in questa pagina e vuoi sapere qualcosa su di me, allora provo a raccontarmi. Alle 4.30 del 27 Febbraio 1967 mi sono ritrovato per la prima volta in braccio ai miei genitori, ho quindi vissuto in pieno i meravigliosi anni della sperimentazione delle idee, delle radio libere, delle scoperte e delle più grandi band della storia del rock.

Un periodo dove tutti i giovani sognavano di spiccare il volo. 

Nella mia vita ogni cosa ha avuto un impatto

Guardando indietro, posso notare che ho sempre viaggiato su più traiettorie, a volte in competizione, passando da un capitolo all’altro. Urti, abbracci, abbandoni, vittorie, sconfitte, espansioni, limiti, ma con un unico grande scopo: trovare il mio posto.

In una società in continua evoluzione tenere fede al mio scopo non è stato facile, e non lo è tuttora, e per essere adatto vivo sempre con lo guardo alla ricerca di nuovi obiettivi, emozioni e responsabilità.

Se dovessi definire il mio modo di vivere direi che è senza dubbio rock & roll

Nel 1985, a 18 anni, ero a San Siro al leggendario concerto di Bruce Springsteen, centomila persone con gli occhi lucidi e pronte a giurare amore eterno al rock&roll.

La musica ha un ruolo fondamentale nelle mie giornate e nella mia crescita personale. Ho pianto a dirotto quando è morto Bob Marley perché la musica genera legami forti quando le parole magari non bastano.

Ho fatto tante cose, ma la mio vero lavoro è il “curioso professionista”

Sono nato e vivo a Pesaro, una città magica dove a giugno il sole sorge e tramonta sul mare. Sole e mare hanno certamente influenzato la mia apertura mentale.

Qualche giorno fa ascoltavo un episodio del podcast Lo stagista di Filippo Grondona con ospite il mitico Carlo Vanzini che raccontandosi ha detto “anche se una cosa non la sai fare, i treni che passano vanno presi, perché poi con il biglietto ti sistemi”.  Un modo di affrontare le vicende della vita che ha fatto anche la mia fortuna.

Lo sport professionistico è stato la mia casa per più di 20 anni, all’inizio come allenatore e poi, per una serie di treni che passano, come General Manager delle più importanti squadre di serie A di pallacanestro.

Dallo sport ho imparato che competenza, allenamento e perseveranza sono i fattori decisivi per aspirare ad una carriera di soddisfazioni, e che la competizione è una guerra, per fortuna senza vittime, da combattere in ogni modo ma con rispetto per gli avversari.

La mia canzone BORN TO RUN di Bruce Springsteen è il mio manifesto

Uno dei momenti più importanti del mio percorso professionale è stato quando, all’apice del successo come top manager nello sport, sono andato alla ricerca di nuovi orizzonti. In tanti mi hanno dato del pazzo perché volevo lasciare una posizione invidiabile per inseguire l’imprevedibile.

All’inizio ho tentennato perché il cambiamento spaventa e molti preferiscono rimanere ancorati a lavori che non motivano più invece di progettare delle nuove possibilità. Io invece ho accettato la sfida.

È stata la scelta più impegnativa della mia vita perché quando ti identifichi solo con quello che fai c’è il rischio di non capire più chi sei.

Sono cresciuto con l’idea che non posso piacere a tutti

Le giornate passate con mio nonno mi hanno tatuato sulla pelle il coraggio di inseguire sempre quello in cui credo, e mi hanno insegnato che una scelta, giusta o sbagliata, è utile soprattutto per migliorarmi in relazione a quello che voglio realizzare

Puoi essere un manager, un professionista, un atleta, un imprenditore che ha lavorato duramente per raggiungere certi traguardi ma ad un certo punto non senti più la giusta motivazione, oppure sono mutate le condizioni professionali e percepisci che il lavoro che stai facendo non è più il posto giusto per te.

Ecco, io posso testimoniare che è sempre possibile disegnare qualcos’altro nella vita, come diventare un professionista libero di scegliere i progetti a cui si vuole dedicare.

Mi piace raccontare attraverso la mia storia le motivazioni che spingono al cambiamento, gli ostacoli che frenano lo sviluppo di carriera e gli stimoli che invece incoraggiano verso nuovi orizzonti.

Le relazioni sono come le belle canzoni, sono zeppe di sorprese

Ho esplorato mezzo mondo ma i due viaggi-studio in Namibia hanno avuto un impatto dirompente, perché tutto quello che avviene nel wild, dove vige la sola legge della sopravvivenza del più adatto, è un esempio formidabile per leggere la complessità della vita.

Ho lavorato con ogni tipo di team e personalità. Le caratteristiche delle persone, i segni della pelle, i diversi linguaggi, i modi di comunicare, i tratti culturali e le potenzialità dell’essere umano sono aspetti che mi affascinano.

Mi entusiasma lavorare con team multi-generazionali perché in un gruppo eterogeneo le differenze emergono tutte ed è bellissimo trasformarle in potenziale da mettere a fattore comune.

Il mentoring per lo sviluppo delle risorse umane è il mio perfetto vestito professionale.

Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro. Bob Dylan

Ogni giorno incontro migliaia di giovani italiani e stranieri, una generazione meravigliosa alla continua ricerca di orizzonti e segnali di speranza, ragazzi e ragazze che ha solo bisogno di essere compresi e valorizzati.

Per questo motivo trovo sempre il tempo per ascoltarli perché so quanto è stato importante per me avere delle persone di riferimento che mi potessero aiutare. La mia grande missione è conoscerli bene per affiancarli e sostenerli a trovare la loro strada.

Chi mi cerca è prima di tutto una persona con cui posso condividere qualcosa, poi forse un cliente

Fino a qualche anno fa, si poteva immaginare il futuro osservando quello che avveniva nel presente, oggi invece le cose sono radicalmente cambiate.

Stiamo vivendo un periodo storico in cui è facile fraintendersi, dove tendiamo a chiuderci per parlare solo con chi già conosciamo o ci assomiglia, dove l’incertezza è una presenza quotidiana, dove le diverse generazioni fanno una gran fatica a capirsi pur avendo un grande bisogno una dell’altra.

Però, un modo da cui partire per affrontare tutto ciò esiste ed è ricordarci ogni giorno che siamo parte della stessa storia, e che insieme possiamo disegnare un futuro che c’è.

Lucio Zanca

Manager| HR e Career Mentor | Consulente | Docente
Specializzato in team working multi-generazionale > leadership > job placement

Autore Welcome to the jungle Feltrinelli ed. Gribaudo

+39 335 6355448
lucio@luciozanca.com