Un uomo che ha cambiato il mondo: Bob Marley

Ieri sera ho rivisto il film sulla vita di Bob Marley e sono ancora una volta rimasto profondamente colpito da tanti dettagli e sfumature su questo straordinario personaggio. Un leader dall’anima buona  che ha in qualche modo ha influenzato la mia adolescenza, plasmato i miei modelli di pensiero.

Ricordo come fosse ieri il 18 luglio 1975, quando Marley, sul palco del Lyceum di Londra, conquistò il mondo gridando: “Sono il re del mondo!”. Chiunque fosse presente quel giorno non ha mai dubitato che sarebbe davvero diventato una figura storica, un leader universale.

Amo Bob Marley perché ogni volta che ascolto la sua musica, mi ritrovo immerso in quel suono inconfondibile fatto di chitarre sciatte, bassi rhythm & blues, e melodie che richiamano il jazz più accessibile, mescolate a note di mento, salsa e, soprattutto, allo spirito libero del rock & roll.

È il suono di un’isola ma anche il suono della musica popolare di ogni parte del mondo. Libertà, amore, giustizia, energia terrena e spirituale: questi sono i valori che Marley ha incarnato attraverso la sua musica.

Il suo suono era una ribellione, una redenzione, intriso del travolgente sapore dei Caraibi e dell’Africa, dell’Etiopia che lui considerava la sua casa. Un uomo capace di toccare l’anima delle persone, dei popoli e delle coscienze, tanto che artisti del calibro di Springsteen e i Rolling Stones lo hanno definito “la più grande pop star del Terzo Mondo”.

Era il 27 giugno 1980 quando 100.000 persone si radunarono a San Siro per assistere a un concerto leggendario. Ricordo ancora il giorno della sua morte, l’11 maggio 1981: fu un giorno triste per tutti, anche per mio padre e mia madre.

Bob Marley aveva la straordinaria capacità di unire mondi distanti. Gli articoli sul concerto di San Siro arrivavano tutti alla stessa conclusione: “Il giorno dopo aver visto Marley a San Siro, siamo diventati tutti rasta”. Non ho molti rimpianti nella mia vita, ma non essere stato in età per andare a quel concerto mi pesa, avrei voluto esserci.

“Emancipate yourselves from mental slavery; none but ourselves can free our minds”  è una frase che racchiude l’essenza del messaggio di Marley: la vera libertà parte dalla mente.

Ogni volta che ascolto la sua musica, sento questo invito alla liberazione, alla resistenza, alla speranza. È un richiamo che risuona ancora oggi, potente e vibrante, spingendoci a cercare la libertà interiore e a non smettere mai di lottare per un mondo migliore.

La musica è uno strumento per capire le persone, le generazioni, i momenti storici. Chi come me ama la musica e non può farne a meno può sembrare ingenuo, romantico, giovanile, ma io la vivo così. Molte persone giudicano gli altri dalle compagnie che frequentano, io invece chiedo sempre che musica ascoltano, e da lì capisco chi sono.

Lively Up Yourself  è un capolavoro: testo stratosferico, organo ammaliante, voce irresistibile accompagnata da una chitarra blues dentro un ritmo ciondolante che ti conquista.

Bob Marley e il reggae giamaicano sono stati riconosciuti patrimonio culturale Unesco per il loro immenso contributo al “dibattito internazionale su ingiustizia, resistenza, amore e umanità”.

Bob Marley, come tutte le persone che in qualche modo hanno cambiato il mondo, può essere amato oppure no, ma di sicuro non potrà mai essere ignorato.

#Libertà #BobMarley #Reggae #Musica #Cultura