Cambiamento è una parola che spaventa perché cresciamo nell’idea che la perfezione sia trovare un lavoro e poi farlo per tutta la vita.
Ci sono però delle persone che non rispettano questo schema e non accettano di sopravvivere in lavori che non motivano o non funzionano più.
Donne e uomini che, con superficialità, vengono etichettati strani, superficiali, incostanti.
Tutti i genitori hanno in mente una vita perfetta per i propri figli, ma quasi mai verificano se siano anche loro a volerla.
La mia famiglia mi desiderava medico ma, durante il primo anno di studi in medicina, mi sono chiesto ogni giorno che cosa sarebbe servito un buon medico non motivato.
Quell’anno di studi a Bologna è stato fondamentale per capire ciò che sentivo importante per me, per decidere di prendermi il rischio di sperimentare, divagare, esplorare, sbagliare e permettermi anche di essere confuso.
Ho passato notti insonni con gli occhi sbarrati verso il soffitto e mi immaginavo libero di soffrire per i miei errori ma non per quelli di altri.
Il vero rischio sta nel non cambiare. Ho bisogno di sentire che sono alla ricerca di qualcosa. E se ci guadagno, bene. Ma preferisco provarci. È quello che voglio. John Coltrane
Incontro tante persone insoddisfatte del proprio lavoro e ingabbiate in una vita priva di movimento…e che mi chiedono come ho fatto a cambiare più volte lavoro con tutta quella sicurezza in me stesso.
Non saprei dare una risposta che possa valere per chiunque, posso solo dire che sin da ragazzo mi sono impegnato in ciò che mi attirava di più e ho sempre vissuto il cambiamento come un’apertura verso il nuovo.
Non sento di aver fatto dei così grandi cambiamenti, come in tanti mi dicono, ma semmai delle decise evoluzioni.
Credo di essere riuscito in tutto quello che ho fatto perché ho sostituito la parola cambiamento con evoluzione e ho seguito quei principi elementari che spesso dimentichiamo di prendere in considerazione:
Essere consapevole della propria forza ma anche dei propri limiti
Cercare un lavoro dove poter dare concretamente il proprio meglio
Non seguire il mito del <<se lo vuoi, puoi fare tutto>>, la più grande puttanata che ci si possa raccontare
Tatuare nella pelle l’assioma che puntare al proprio massimo significa capire quali sono le cose che in qualche modo ci appartengono
Cercare il <<proprio posto giusto>> è un dovere verso se stessi
Studiare con perseveranza tutto quello che serve per essere davvero competenti
Mi dicono che a volte sembro un pazzo senza freni, e in un certo senso è anche vero, però chi vede solo la mia follia all’opera deve sapere che tutto quello che faccio è il frutto di metodo e soprattutto di tanto tanto studio.
Nulla succede per caso. Metodo e studio sono le uniche chiavi che conosco per provare a raggiungere i miei obiettivi e per nuotare nel cambiamento.
Parlo spesso con i miei figli del loro futuro e dell’importanza di saper scegliere seguendo anche le emozioni che girano nello stomaco.
Come genitore commetto ogni giorno un sacco di errori, ci vorrebbe un manuale di istruzioni per il mestiere di genitore…ma per fortuna non c’è…, e l’unica cosa che faccio bene è spiegare loro che non si vive solo di ragione ma anche di emozione.
Li rassicuro che sarò sempre orgoglioso delle loro scelte purché puntino ad essere preparati, e che accetterò sempre le loro idee se portano ad una vita intensa anche se imperfetta.
Mi piace sottolineare che mi sentirò un padre soddisfatto quando li vedrò pronti a saper nuotare nel cambiamento e saranno pronti a sterzare tutte le volte che sbaglieranno strada, perché in fondo la vita è una serie di scelte da azzeccare o di errori a cui porre rimedio.
#cambiamento