PANE CALDO E VINILE

Cena tra amici, prosecco, prosciutto, pane caldo e vinile. Si chiacchiera ripercorrendo l’energia degli anni ’80. Tanti ricordi legati a mitici brani musicali. Sono gli anni delle grandi ondate emotive.

Sono gli anni del primo stereo HI-FI in casa. Il mio primo giro di 33 è della Premiata Forneria Marconi, alias PFM. Sento ancora il rumore della puntina.

Gli anni ’80 sono la voglia di scoprire, di evolvere e di volare. La musica stimola sogni e crescita. Io, come tanti miei coetanei, abuso di musica perché non c’è l’antidoping per uso eccessivo di musica.

E’ sufficiente una puntina, un amplificatore, due casse e via…si sogna e la musica accompagna la vita.

Sono gli anni dei pellegrinaggi nei negozi di culto, dei luoghi sacri dove passeggiare tra scaffali e scaffali di vinili.

I prezzi sono proibitivi ma chi ama la musica vuole il vinile e non si accontenta mai di una generosa registrazione in cassetta. Prima o poi il disco deve arrivare a casa.

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La copertina è un oggetto da toccare, da annusare, da guardare. Il vinile è il simbolo e il contatto concreto con il mito. La rock star diventa mia. Il disco si rovina e si graffia ma il suo significato va oltre l’usura.

Ore passate tra gli scaffali per uscire con una sola copertina, un solo LP, il cui acquisto faceva evaporare la paghetta settimanale, almeno la mia…

I DJ erano figure mitologiche con la musica nelle vene. Le radio libere erano fedeli compagne di viaggio. Le rock star erano divinità. I gruppi animavano tendenze. La discoteca era un donna da sedurre.

Emozioni, sogni, dolcezza, sfida, fiducia, allegria. Questi sono gli anni ’80. Un pieno di emozioni che andrebbero spiegato ai nostri ragazzi con l’idea di condividere la magia della musica e farli volare, leggeri, sopra al mondo. 

La musica racconta e unisce. Pane caldo e vinile è una ricetta eterna. Viva la musica.